Babbo Natale ed Altri Traumi

“Ma tu ci credi a Babbo Natale?”. Quante volte i nostri amichetti ci hanno rivolto questa domanda e quante volte l’abbiamo pronunciata noi?

La figura di Babbo Natale ha sempre destato curiosità nella nostra quotidianità infantile creandoci non pochi problemi psicologici. Sì, proprio così. Non avere la certezza della sua esistenza ci ha provocato instabilità emotiva e sfiducia nel genere umano.

Ma chi è davvero Babbo Natale? Proviamo quindi ad attribuire un senso a questa figura “mitologica” secondo la percezione di varie categorie umane.

Per i genitori: Babbo Natale è il punitore per eccellenza. Che sia Pasqua, Capodanno o il 25 aprile lui è sempre presente in ogni tipologia di minaccia verso i figli. “Se continui così Babbo Natale quest’anno non ti porta un cavolo!”. Quasi ci va meglio con la Befana che, pure se s’incazza, almeno ci porta un po’ di carbone.

Per i bambini: Uomo buono/porta giocattoli “aggggratis”/un nonno/minaccia costante durante tutta l’infanzia. Non vedi l’ora di scrivergli la letterina perché sai di essere stato stronzetto tutto l’anno e scrivergli è il mezzo più efficace per rabbonirlo.

Per i pubblicitari: il miglior testimonial a costo zero. La sua faccia la trovi ovunque eppure di anno in anno non passa mai di moda. Ricicli la sua immagine tutti i Natale perché nessuno dirà “ehi, ma è lo stesso dell’anno scorso…che palle!”

La figura misteriosa di quest’uomo, perciò, è stata presente nelle vite di ognuno di noi. Da bambini ci si crede fermamente, da ragazzini si fa finta di non crederci per non essere presi in giro, ma poi arriva la consapevolezza che crederci è molto più conveniente. Sì, perché dal momento che confessi pubblicamente di “non credere a Babbo Natale” smettono automaticamente di arrivarti i regali sotto l’albero la mattina del 25 Dicembre. All’inizio pensi “cazzo, s’è offeso di brutto Babbo…” fino a che non sono proprio loro, i tuoi genitori, a confessarti l’inganno. E diciamoci la verità…non vedevano l’ora di farlo. Ogni anno fingere di spedire per te la lettera all’uomo barbuto, farsi venire un’accidenti ogni volta che scoprivano cosa volevi per regalo e poi andare a comprarlo di nascosto e svegliarsi all’alba per metterlo sotto l’albero senza farsi scoprire. Che ansia! Fu mia mamma a dirmelo, quando avevo capito che non esisteva davvero ma facevo finta di crederci ancora. Me lo confessò il giorno dell’epifania, mentre si pettinava, mantenendo un certo distacco, forse per non vedere la mia espressione triste e delusa. Da quel momento non ho avuto più scuse. Niente letterine e niente regali ma almeno non vivevo con la costante minaccia di Babbo Natale che si incazzava per le cose che combinavo.

In realtà per qualche tempo ho anche finto di crederci ancora per non sentirmi discriminata da chi ci credeva fermamente. La parte più dura fu fingere davanti a mia cugina minore che era l’unica a non essere a conoscenza della sua inesistenza.

Ad ogni modo bisognava essere un po’ fessi per crederci. Ce lo descrivevano così.

“Babbo Natale vive al Polo Nord” – “Babbo Natale vive in Lapponia” – “Babbo Natale vive in Svezia”.

Ma quante residenze ha ‘sto tizio?! Insomma, vorrei solo sapere a quale indirizzo spedire la mia lettera. Ci credo che ogni anno la ritrovo nella cassetta della posta…non ha un indirizzo fisso! Ma…siamo sicuri che non viva al centro commerciale?

“Babbo Natale tutte le notti tra il 24 ed il 25 Dicembre passa nelle case di tutti i bimbi buoni per consegnare i regali”

Ma come diamine fa? Cioè, io ci metto una giornata per impacchettare qualche regalino e questo addirittura in una notte li consegna tutti?

“Babbo Natale entra dal caminetto”

Mamma, papà, perché non abbiamo un caminetto?! Da dove diamine entrerà Babbo Natale? “Entrerà dalla finestra”…è dicembre, fa un freddo boia, la finestra è chiusa… ci passerà attraverso.

“Babbo Natale viaggia a bordo di una slitta trainata da renne”

Tutti quei regali in una slitta?! E le renne come fanno a sopportare un peso tale?! Oggi gli animalisti si opporrebbero.

Una cosa che spesso ci siamo chiesti anche è “ma possibile che Babbo Natale usa tutti gli anni la stessa carta che usiamo noi a casa per impacchettare i regali per i nostri parenti?

Ma, l’enigma più frequente che ci siamo rivolti è… perché Babbo fa il misterioso la notte di Natale che non deve farsi vedere e poi lo incontri tutto il mese al centro commerciale? Oppure vedi la sua faccia su tutti i cartelloni pubblicitari? Per caso se la tira un po’?

Chissà come mai ha la barba bianca e le sopracciglia nere…

Babbo Natale ha mantenuto la sua immagine costante nel tempo, nonostante l’evolversi della società e delle mode. Certo, è più al passo coi tempi. Ora ha un indirizzo mail o forse un’ app così sei sicuro che la tua letterina giunga a destinazione. Tutt’al più ti può sorgere il dubbio che sia .it o .com ma almeno non l’hai spedita al Polo Nord mentre magari in quel momento risiede in Lapponia.

Per questioni di marketing ha modificato il suo abito da verde a rosso ma non ha sostituito le renne con un mezzo di trasporto ad energia solare, nonostante l’opposizione di animalisti ed ambientalisti.

In più quest’anno la sua barba è più hipster che mai! E le bretelle lui le ha sempre indossate, dapprima che facessero tendenza!

Però s’è rotto le palle del fatto che gli attribuiscano una moglie befana. Non è che perché è leggermente sovrappeso debba avere per forza
un cesso di moglie.

Insomma, Babbo Natale è stata la figura più affascinante della nostra infanzia nonostante le forti contraddizioni sul suo personaggio. Ma pensateci bene… almeno conosciamo il suo volto… avete mai pensato invece alla figura della “fatina dei denti”? Non ci ha mai fatto vedere una foto con i denti da latte che c’ha fottuto ma soprattutto… che cazzo ci doveva fare con tutti quei denti?!

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September in Budapest

Ciao bloggers and rockers! 😉

Dunque, devo fare mea culpa per aver totalmente trascurato il blog negli ultimi mesi ma un’esperienza lavorativa e gli svariati impegni estivi mi hanno totalmente assorbita.

Anyway, torno con un bel post…un post di viaggio! 😉

Per la mia annuale meta autunnale questa volta ho scelto la bellissima Budapest in Ungheria (l’altra si chiama Bucarest e si trova in Romania, lo dico per quelli che mi chiedono ancora com’è andato il viaggio in Romania).

Volo low cost Ryanair da Roma Ciampino e appartamento prenotato su Booking.com. Una volta arrivati in aeroporto basta un bus di linea (200E) al costo di 1,30 circa che porta fino al capolinea Kobanya-Kispest. Da lì occorre prendere la metro fino alla linea rossa e poi decidere qual è la nostra destinazione.

Ho scelto un bellissimo appartamento in zona centrale e vicino alla stazione metro, economico e nuovissimo che mi ha permesso di potermi muovere per una settimana tranquillamente a piedi.

Con l’abbonamento (24h o 72h) è possibile usufruire di tutti i mezzi a disposizione (metro, tram, bus) ma vi assicuro che girarla a piedi è davvero molto piacevole e neanche troppo stancante.

Ci sono davvero molte cose da vedere a Budapest. Da non perdere assolutamente sono: la Basilica di Santo Stefano, il Palazzo del Parlamento, Il Teatro dell’Opera, il Bastione dei Pescatori e la Chiesa di San Mattia, il lungo Danubio, Piazza degli Eroi ed il Mercato Centrale. Assolutamente da fare è una passeggiata nell’Isola Margherita, vero polmone verde della città.

Mercato Centrale

Mercato Centrale

Palazzo del Parlamento

Palazzo del Parlamento

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Piazza degli Eroi

Piazza degli Eroi

Teatro dell'Opera

Teatro dell’Opera

Chiesa di San Mattia

Chiesa di San Mattia

Bastione dei Pescatori

Bastione dei Pescatori

Shoes on the Danube

Shoes on the Danube

Danubio

Danubio

Monte San Giovanni

Monte San Giovanni

Basilica di Santo Stefano

Basilica di Santo Stefano

Per raggiungere il Quartiere della Fortezza potete usufruire della funicolare che si prende in Clark Adam tér, oltre il Ponte delle Catene ma se non avete voglia di fare la fila e di pagare il biglietto potete fare il percorso tranquillamente a piedi che, a mio modesto parere, è anche più piacevole.

Visuale dalla funivia

Da fare: prendere la seggiovia (libego) per raggiungere il monte San Giovanni da dove potrete godere di una vista mozzafiato sulla città.

Per quanto riguarda shopping e passeggiate ci sono il Viale Andrassy e Vaci Utca ricca di negozi ma per la maggior parte catene e negozietti di souvenir.

Cosa comprare: sicuramente qualche sacchetto di paprika, tipica ungherese. In più c’è l’artigianato locale per gli appassionati di ricami e tessuti e le uova dipinte a mano.

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Dove comprare: in Vaci Utca trovate numerosi store dei più conosciuti brand d’abbigliamento ma anche negozietti di souvenir ed artigianato locale. Vale la pena, però, fare un giro al Mercato Centrale dove oltre a trovare generi alimentari d’ogni tipo troverete anche oggettini e regalini.

Cosa e dove mangiare: pranzare o cenare a Budapest è davvero economico. Quasi conviene mangiare fuori anziché far la spesa. Si trovano anche “all you can eat” che con cifre dai 6 ai 13 euro circa propongono grandi varietà di piatti davvero per tutti i gusti, permettendoci così di assaggiare sia la cucina locale e sia piatti più conosciuti. Da provare il goulash, il làngos (una specie di pizza fritta) e le zuppe (per i più coraggiosi 😀 ). Per quanto riguarda i dolci sicuramente il famosissimo Kurtőskalács, il tipico dolce arrotolato cosparso di zucchero e ai gusti di cannella, cacao, cioccolato e molti altri. Sono buoni ovunque, anche nei chioschetti che trovate sui marciapiedi. Inoltre è da provare la Dobos Torte. La più buona la trovate nella più antica caffetteria di Budapest, Gerbeaud ma al salatissimo prezzo di sette euro. Altrimenti potete provare anche nella pasticceria – cioccolateria di Szamos a poco più di due euro. Buonissima.

Zuppa di Goulash

Zuppa di Goulash

Pörkölt

Pörkölt

Kurtőskalács

Kurtőskalács

Gerbeaud

Gerbeaud

Dobos Torte

Dobos Torte

Cosa bere: la loro bevanda tipica è la Palinka (simile alla nostra grappa) che trovate in svariati gusti ma quella aromatizzata alla prugna è sicuramente la più tradizionale. La trovate un po’ ovunque ma se avete bisogno di acquistarla come souvenir conviene comprarla nei supermercati.

Quando visitarla: vi assicuro che l’autunno è il mese ideale per passeggiare per Budapest. La città poi assume un’aria magica con i colori della stagione e le temperature permettono di girare tutto il giorno senza patire.

Lungo Danubio

Lungo Danubio

Budapest è ancora una meta economica sia per quanto riguarda gli alloggi sia per il costo della vita e questo la rende una città accessibile veramente a tutti, soprattutto a chi ha voglia di divertirsi e di viaggiare senza spendere cifre proibitive.

Meta a mio parere sottovalutata ma io ve la consiglio vivamente.

Consiglio: attenti ai Kurtőskalács…creano dipendenza!!! :O 😀

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My 28th Rockabilly Party

Ciao bloggers & rockers!

Ebbene sì, il 15 aprile ho compiuto 28 anni. Che vergogna.

Avevo voglia di festeggiare perciò, nonostante alcuni imprevisti della settimana compreso un viaggio al pronto soccorso, ho messo su una festa a tema.

Io ho pensato all’allestimento e la mia mamy mi ha aiutata con il buffet… altrimenti non ce l’avrei mai fatta. Ecco cosa è venuto fuori 🙂

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Cosa Vuoi Fare Da Grande o Cosa Sarai da Vecchio?

Tutti i bambini amano fantasticare sul loro futuro quando li viene chiesto ” e tu? Cosa vuoi fare da grande?”. Crescendo la domanda la facciamo a noi stessi e forse col tempo si trasforma in “cosa posso fare da grande?”.

Il primo disegno che feci in merito fu al primo anno di asilo… disegnai un’infermiera e le maestre mostrarono a tutti il mio ritratto, descrivendolo come chiaro e preciso, “non scarabocchi di chi dice che vuole fare il muratore perché gli piace giocare con le costruzioni.” Il disegno fu mostrato anche ai miei genitori che riferirono della mia opera anche a mia zia, infermiera. Lei mi disse “brava per il disegno, ma pensa ad un altro lavoro che è meglio”. In effetti, poi, ho sviluppato una certa avversione verso il sangue e quindi mi sono convinta che la zia aveva ragione.

Un’altra volta invece, ma ero già più grande, espressi il desiderio di diventare avvocato. La sorella di mamma, avvocato, mi sconsigliò vivamente di prendere questa strada. Non perché non ne avessi le capacità ma sapeva le enormi difficoltà che avrei dovuto affrontare. Così, accantonai anche questo desiderio.

Adoravo montare, incollare, ritagliare e mi costruivo le case di Barbie da sola. Così qualcuno pensò che avrei potuto diventare architetto. E me ne convinsi anch’io. Dicevo a tutti che avrei fatto l’architetto. Dopo la prima settimana di scuole medie la prof. di matematica, una vera stronza, chiese a tutti cosa volevamo diventare da grandi. Quando la domanda la rivolse a me risposi convinta “l’architetto!”. E lei cinica e sempre più stronza rispose “l’architetto? Per fare questo mestiere devi studiare parecchia matematica, lo sai?”. Vaffanculo, tu e la matematica.

Più tardi mi convinsi che avrei fatto la scrittrice o la giornalista (quest’idea di futuro piaceva molto a mia mamma). Amavo scrivere, tanto, e tutto quello che mettevo su foglio piaceva molto a chi leggeva. Peccato che piano piano, ho iniziato a scrivere solo per me stessa.

Arrivando al momento della scelta dell’università ho capito che questa volta la domanda “cosa vuoi fare da grande?” era seria, non si scherzava più. Io lo sapevo cosa volevo fare, l’avevo sempre saputo, in verità. Ma mi sono detta che non bastava fare quello che mi rendeva felice, dovevo fare quello che mi avrebbe fatto anche mangiare. Sì, ero arrivata al periodo della disillusione (ahimè, già a 18 anni). D’altronde il desiderio di insegnare l’avevo sempre avuto, ma forse non l’avevo mai detto a nessuno. Se l’avessi detto ai miei prof. avrebbero risposto “ma se sei un alunna casinara e poco studiosa, come fai a pensare di diventare insegnante?”. Sì, è vero ma io volevo diventare l’insegnante che non ho mai avuto. Volevo diventare un punto di riferimento per qualcuno. E senza pensarci troppo, via…iscritta alla facoltà di scienze della formazione.

Ho studiato, mi sono laureata (con non poche sofferenze), ho lavorato… ma non ho mai smesso di pensare a quel lavoro che volevo fare sin da bambina e che mai nessuno ha provato a dissuadermi dal farlo… l’attrice.

Ad un certo punto mi sono resa conto che quando rispondevo così nessuno aveva mai azzardato a sconsigliarmi di provarci, anzi piuttosto erano le persone che avevo attorno a convincermi che dovevo tentare. E allora cosa era successo? Cosa mi aveva spinto a cercare altrove?

Ho iniziato a fare un percorso all’inverso, e sì… io avevo sempre saputo cosa volevo. Non sarei mai potuta diventare infermiera…quando vado a tirare il sangue mi sento sempre male. E poi non sopporto l’odore di ospedale.

L’avvocato? Sì, belli quei processi che si vedono nei film, quelle avvocatesse fighe che puntualmente hanno storie con i colleghi rivali durante le pause di lavoro. Proprio bei film.

La giornalista? Può darsi, ma sai che palle parlare di cose di cui non ti frega un cacchio?

L’architetto fa tutto tranne le case di Barbie e poi la materia che mi ha sempre fatto cagare è la matematica. Mi sono fermata alle divisioni.

L’idea dell’insegnamento c’è e ci sarà sempre, amo i bambini ma la realtà mi ha sbattuto in faccia concorsi inesistenti ed insegnanti centenarie che lavorano ancora per arrivare alla pensione.

Io volevo essere un’artista. Io volevo imparare l’inglese per parlare con i miei musicisti preferiti, volevo essere un giorno in un posto e il giorno dopo in un altro. Volevo un fidanzato con i capelli lunghi che cantava da Dio e che scriveva canzoni per me. Volevo recitare davanti ad un pubblico, non davanti ad una telecamera. Volevo sentire il calore dei riflettori e quello della gente. Sono sensazioni e pensieri che non ho mai abbandonato, gli unici desideri che non hanno mai subito cambiamenti dentro me stessa.

Io non so davvero cosa sarà di me. Avrò un contratto come insegnante? Farò per sempre l’artista? Una sola è la certezza: in entrambi i casi la pensione non mi tocca sicuro.bimba

New Year’s Eve in Stockholm

Ciao viaggiatori!

Inauguro il nuovo anno con un post su…un viaggio! 😀

Eh sì, la mia pace dura poco e la mia valigia è sempre dietro la porta.

Questa volta la destinazione è la bellissima STOCCOLMA, meta tanto ambita e desiderata dalla sottoscritta. Premettendo che sono di parte perché amo i Paesi nord europei ma in questo caso c’è da essere solamente oggettivi: Stoccolma è un posto straordinario.

Che ci sia capitato di mezzo il Capodanno in questo viaggio è pura casualità… non amo particolarmente l’ultimo dell’anno anzi, mi rende piuttosto malinconica per cui in realtà la notte di San Silvestro, a parte stappare una bottiglia di spumante, me ne sono stata in camera preferendo andare a dormire non troppo tardi cosicché il giorno dopo sarei stata bella attiva per girare la città. E poi, particolare non da poco, faceva un freddo boia che quasi ti costringeva a startene al caldo, così come ha fatto la maggior parte della popolazione svedese, da quanto ho potuto capire.

Comunque, in breve, ho prenotato un volo RyanAir da Ciampino non proprio low cost questa volta. Sì, perché per varie motivazioni ho dovuto attendere qualche giorno per poter prenotare e i bastardi hanno alzato il prezzo da 78 euro a/r a 170 euro dalla sera alla mattina. Ma la voglia di visitare Stoccolma non mi ha impedito di rimandare il mio viaggio.

L’hotel, prenotato anche questa volta su Booking.com, l’avevo bloccato già da un po’ a dire la verità in quanto il prezzo era conveniente e prevedeva la cancellazione gratuita in caso di ripensamenti. Ora, il problema di Stoccolma sono proprio gli alloggi. La maggior parte modernissimi, ok, ma la questione principale è che hanno quasi sempre il bagno in comune e poiché alloggiare lì non sia affatto economico, è un fastidio non da poco. Se poi si decide di investire buona parte del budget vacanza proprio per l’albergo allora è un altro paio di maniche. Io ho trovato un mini appartamento, ovvero una camera con cucina e bagno privato al costo di 380 euro per 4 notti e colazione inclusa.

La colazione: non vi aspettate di trovare dolci. Le uniche cose dolci che troverete saranno i toast con la marmellata e lo yogurt.

Ma torniamo al volo. Stoccolma dispone di tre aeroporti: Arlanda, Bromma e Skavsta. Il più vicino è Arlanda ma RyanAir da Ciampino atterra a quello di Skavsta. Da lì al centro città sono circa 90 minuti di distanza. Anche in questo caso bisogna usufruire dello shuttle, mezzo più “economico” per arrivare in città. Il costo a/r è di circa 30 euro. Il bus si ferma al City Terminalen, affianco alla stazione Centrale dalla quale è possibile prendere la metro per raggiungere i vari punti della città.

La differenza abissale con la nostra lingua non rende facile la comprensione delle linee metro ovvero, ogni volta che dovrete tornare in albergo, ricontrollerete la mappa per rileggere qual è la direzione che dovete prendere. Per il resto la città offre un efficientissimo servizio di trasporti, con autobus notturni attivi dalla chiusura della metro. Quando arrivate alla stazione centrale la prima cosa da fare è l’abbonamento ai mezzi, in base ai giorni di permanenza. Io ho fatto quello settimanale che è costato circa 32 euro. Per poter fare questo tipo di abbonamento, però, dovrete attivare prima un’altra tessera che costa 20 corone (poco più di due euro). Poi, potrete attivare il vostro abbonamento pagando ad una delle macchinette automatiche disposte affianco alla biglietteria.

NOTA BENE: alle macchinette automatiche è possibile pagare solo ed esclusivamente con carta di credito. E da qui infatti è partita la nostra prima disavventura. Proviamo a fare il pagamento con carta Visa Maestro della Carichieti che…non ci viene accettata, nonostante le Visa siano le più usate in zona. Chiediamo spiegazioni ad un addetto che ci risponde che la macchinetta non accetta carte che possiedono un pin da 5 cifre. Panico. Anche la mia Postepay ha 5 cifre. Così, ci dirigiamo verso lo sportello, per poter pagare in contanti (che fortunatamente avevo portato).

Il problema che ci si pone da questo momento in poi è “e se nessun pos qui ci accetta la carta?”. Sì, perché avevamo anche il conto dell’albergo da saldare.

Dopo vari tentativi ad altrettanti Bancomat, tentiamo la fortuna in albergo ma…niente. Così chiedo di poter pagare solamente una parte, almeno la prima notte e provo con la mia Postepay che, ringraziando il cielo, mi viene accettata.

Dopo aver tirato un sospiro di sollievo cerco di rilassarmi e parto alla scoperta della città.

Tenete conto che qui il sole spunta alle 10 e va via alle 15. Cioè alle 15.30 è già totalmente buio e, inutile dirlo, le temperature si abbassano ulteriormente.

La neve e il freddo però regalano un’atmosfera magica alla già bellissima Stoccolma. Da non perdere assolutamente SKANSEN, il museo all’aperto più antico. Qui potrete ammirare non solo splendidi esemplari di lupi, gufi e renne ma anche le antiche abitazioni, perfettamente conservate e…abitate!

Subito all’uscita di Skansen (tenete conto che per visitarlo bene vi serve una giornata intera) trovate il museo degli Abba. A parte i ripensamenti iniziali per il costo del biglietto (circa 20 euro) vi consiglio vivamente di visitarlo. Non è solo un museo della musica ma un vero parco divertimenti. 😀

Ma…lascio che siano le foto a parlare per me. 😉

Arrivo a Skansen

Arrivo a Skavsta

Skansen

Skansen

Scuola a Skansen

Scuola a Skansen

Skansen

Skansen

Abitazione tipica a Skansen

Abitazione tipica a Skansen

Metro Station

Metro Station

Hard Rock Café

Hard Rock Café

The Abba Museum

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Norrmalm e Ostermalm

Norrmalm e Ostermalm

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Centro Città

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Gamla Stan

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December in Cologne

Ciao viaggiatori!

Oggi dovevo assolutamente scrivere questo post sulla mia ultima vacanza tedesca. Ebbene sì, dopo poco più di un anno, ho deciso di tornare a far visita alla bellissima Colonia.

Ho approfittato del fatto che in questo periodo la città si veste a festa con le sue luminarie e i suoi bellissimi mercatini a tema.

Girare Colonia è facilissimo e soprattutto comodissimo in quanto non c’è bisogno di usufruire dei mezzi per spostarsi da un’attrazione all’altra poiché sono piuttosto concentrate e poi, fondamentale è il Duomo, che si vede da qualsiasi punto della città ed è dunque un ottimo punto di riferimento.

Il primo giorno ho visitato il mercatino che si trova affianco al Duomo che sembra piccolo ma in realtà le bancarelle sono davvero tantissime. Trovate di tutto: tisane bio, addobbi natalizi, oggetti tipici, miele, cioccolate in tutti i formati e soprattutto tanto cibo da passeggio quali wurstel, kartoffeln e tanto Glühwein, meglio noto dalle nostre parti come vin brulé. Per 2,50 puoi gustarne una tazza e, se poi vuoi riportarla a casa come souvenir, puoi averla ad altrettante 2,50 euro. Perché come souvenir? Perché ogni mercatino, come dicevo, ha un tema per cui anche le tazze hanno ognuna un disegno diverso.

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In seguito mi sono spostata nel bellissimo mercatino di Alter Markt. Peccato piovesse, quindi il giorno dopo sono tornata per vederlo meglio. E’ allestito nel centro storico e si trova a 200 metri dalla Cattedrale. Il tema è dedicato agli gnomi “Heinzelmännchen” che sarebbero gli artefici di tutto l’allestimento.

alter markt alter markt2 alter markt4 alter markt5 alter markt6 alter markt 3Suggestivo anche il mercatino di Neumarkt, il più antico ma paradossalmente posizionato nella zona più moderna della città, vicino al quartiere dello shopping. Gli angeli sono i “protettori” di questo mercato, caratterizzato dalle casette bianche.

neumarkt 4 neumarkt 5 neumarkt neumarkt 2 neumarkt 3 neumarkt6Altro mercatino è quello sul Porto di Colonia (non ho fatto foto purtroppo) dove troviamo un po’ di tutto, anche il pesce. Esteticamente non è al pari dei sopra descritti ma si trova in una posizione davvero invidiabile.

Ci sono anche il mercatino sulla Rudolfplatz e lo Stadtgarten Christmas Market che però, ahimè, non ho fatto in tempo a visitare.

Per quanto riguarda il viaggio, questa volta sono partita da Ciampino con un volo RyanAir (78 euro circa a/r) che atterra direttamente all’aeroporto di Colonia.

Vi consiglio vivamente di visitarla almeno una volta nella vita. In questo periodo è ancora più bella ma, se non amate il freddo, potete visitarla tranquillamente in primavera.

Quei Luoghi Comuni Sul Natale

Tutto l’anno ad attendere Dicembre che termina più velocemente di Febbraio, presi come siamo dai preparativi per il Natale. E non serve neanche iniziare ad addobbare casa da Ottobre perché tanto l’atmosfera non è più quella di una volta, di quando eravamo bambini che si preparava la lista dei desideri, si facevano i lavoretti a scuola e si usciva in famiglia a fare compere. E la mattina si correva sotto l’albero a scartare tutti i regali.

Ma, nonostante ciò, ogni anno ci si carica di aspettative per il Natale che verrà. Si attende con impazienza per poi rimanere con quella sensazione che “non è stato come mi aspettavo”.

Questo accade perché ci sono delle leggende attorno alla magia del Natale che ci portiamo dietro dall’infanzia.

Quali sono, dunque, quei luoghi comuni che ci condizionano l’umore durante le feste?

In primis abbiamo:

1. Devo iniziare la dieta prima delle feste. Il panico che precede le abbuffate festive e che ci costringe a “contenerci” a tavola. Si parte con tutti i buoni propositi “ok, manca un mese… posso farcela! Basta evitare pane, pasta, dolci e spuntini fuori pasto“. Per una maggiore motivazione c’è il pensiero di tutti i dolci tipici delle feste ai quali non dovrai rinunciare perché ti sei comportato bene le settimane precedenti. Il secondo giorno di dieta diventa “vabè dai, non è che mo mi devo morire di fame… elimino il pane e i dolci e st’apposto.” Dopo la prima settimana, il pensiero del 25 dicembre diventa un vero e proprio incubo. “Oddio, mancano 3 settimane a Natale… non ce la posso fare! Ingrasserò a dismisura, già lo so!“. Insomma, ad una settimana dal Natale mandiamo a monte tutti i sacrifici per mettere mano al primo pandoro regalatoci dal supermercato.

2. Quest’anno mi anticipo tutti i regali così sto tranquillo. Sì, ogni anno ce lo promettiamo. Giuriamo di iniziare a fare spese mesi prima così da arrivare a dicembre più sereni. Peccato che puntualmente ci siamo dimenticati di qualcuno o magari abbiamo comprato dei fantastici calzini con le renne al nostro migliore amico che, a due giorni dal Natale, esordisce con “spero che quest’anno nessuno mi regali dei calzini perché non ho ancora smaltito tutti quelli che ho ricevuto lo scorso anno“. Il 24 dicembre sei a girare per negozi in preda al panico.

3. Giuro che questa volta mangio poco. Sì, soprattutto se questo ragionamento l’hai fatto a pancia piena. Non accadrà mai nella storia della tua famiglia che si cucini poco, figuriamoci alle feste! E guai se ti sente la nonna pronunciare una frase simile… rischi di essere imboccato davanti a tutti.

4. Quest’anno non regalo un cazzo a nessuno.Basta a fa i regali! Che cosa ridicola…” fino a che non arriva il tuo vicino di casa o un tuo parente con un cesto da 20 kg e tu non hai niente con il quale ricambiare. “Scusa ma il tuo devo ancora impacchettarlo“, è la frase per uscire dall’imbarazzo.

5. I regali li apro solo a Natale. Quando parti con questo presupposto stai sicuro che riceverai tutti i regali fino ad una settimana prima di poterli scartare. I giorni interminabili che precedono il 25 mattina saranno trascorsi a circumnavigare l’albero scuotendo i pacchetti e manipolandoli per capirne il contenuto. Non soddisfatti, si inizia a strappare leggermente la carta fino a che non si è capito di cosa si tratta e allora a quel punto “mo lo finisco ad aprire, dai… che senso c’ha aprirlo a Natale se ho capito cos’è!“. Puntualmente la mattina del 25 Dicembre non abbiamo nulla da scartare ma solo tanta angoscia.

6. La mattina di Natale voglio andare a messa perché si respira la vera aria di festa. Peccato che la mattina di Natale ci si svegli a mezzogiorno con la bomba addosso della sera precedente arrivando a malapena in orario al pranzo dalla nonna.

7. La notte di Natale voglio andare a messa perché si respira la vera aria di festa. Sei a casa con tutti i tuoi parenti, dici che vuoi andare a messa a mezzanotte ma qualcuno a mezzanotte meno cinque tira fuori carte e tombola. E pure lo spumante. Addio messa. Oppure riesci ad andarci ma a mezzanotte e cinque minuti sei già al ventesimo sbadiglio. “Tu scendi dalle stelle” è intonato a suon di russate.

8. A Capodanno fanculo tutti! Classico intercalare per esprimere la volontà di passare un Capodanno alternativo. Lo avevi detto anche l’anno scorso e poi ti sei ritrovato a casa con i tuoi amici ad aspettare la mezzanotte guardando Barbara D’Urso su Canale 5 e a reggere la testa dei tuoi amici ubriachi in bagno (che a loro volta…reggono la tua).

Vorreste dirmi che non è così? Non ci crede nessuno.

extra early

A Nice Week In Prague

Lo sapete oramai…quando mi assento è perché sto combinando qualcosa. Infatti mi sono fatta un bel viaggetto in quel di Praga.

Questa volta la scusa è stata quella di andare a trovare mia cugina che si è trasferita lì da qualche mese e che aveva bisogno di olio di casa. 😀

Ho prenotato un volo WizzAir con partenza da Fiumicino al costo di circa 70 euro a/r. WizzAir non prevede il bagaglio a mano gratuito (come RyanAir, ad esempio) ma si può comunque portare a bordo un piccolo bagaglio, l’equivalente di una borsa o di uno zaino. Visto che la nostra permanenza sarebbe stata di una settimana e dato che avevamo generi alimentari da trasportare, abbiamo aggiunto anche un bagaglio da 32Kg al costo di 46 euro. Qui c’è da dare un punto a favore della WA in quanto RyanAir fa pagare minimo 30 euro per il bagaglio da 15.

Purtroppo, però, arriva la nota di demerito per la compagnia aerea. Due ore e un quarto di ritardo del volo. E ancora peggio gli annunci a bordo venivano fatti solamente in inglese e in ceco, non dando la possibilità a tutti di comprendere cosa stesse accadendo. Un passeggero si è offerto di tradurre al resto degli italiani i quali avevano la sola preoccupazione di poter ottenere un rimborso dalla compagnia aerea. Così, tutti si sono informati sulla politica di rimborso che prevedeva cibo e bevande gratuite trascorse le due ore di ritardo. Peccato che le hostess non abbiano ammesso che avevamo abbondantemente superato le due ore.

Arrivati a Praga, abbiamo usufruito di un semplice autobus di linea…economico, sì ma un po’ scomodo se si hanno bagagli in quanto il bus è molto trafficato. Il bus è il numero 119 che fa capolinea alla stazione metro DEJVICKA. Da qui potrete prendere bus, tram e metro per raggiungere il vostro albergo.

Io ho prenotato un appartamento, vista la lunga permanenza, a circa 23 euro a notte a persona. Appena arrivati, il proprietario ci dice che c’è stato un errore di prenotazione dovuto a Booking così ci darà un altro appartamento, poco distante da quello affittato da noi, ma più grande. Effettivamente, ci è andata bene! Appartamento curatissimo, ordinato e pulito e completo di tutti i comfort.

Una settimana è forse anche troppa per visitare le principali attrazioni di Praga ma così si ha la possibilità di girare con più calma e usufruendo dei mezzi pubblici il minimo indispensabile. Bello camminare su Ponte Carlo, Piazza Venceslao, assistere ad esibizioni di talentuosi artisti di strada. Ho trovato molto suggestivo il cimitero ebraico con la sua sinagoga (attenzione: chiuso il sabato).

ponte carlostatua ponte carlo

(Ponte Carlo)

cimitero

(Cimitero Ebraico)

La sera, poi, Praga guadagna ancor più in fascino. Il paesaggio è quasi surreale e talmente suggestivo che si ha voglia di girare per tutta la notte dimenticandosi anche del freddo.

 praga by night praga by night 2praga by night 3

Per quanto riguarda lo shopping, non ho trovato molta differenza con i nostri prezzi. Le catene internazionali hanno prezzi standard ed i negozi locali sono veramente pochi, a parte i negozietti di souvenir e quelli di prodotti tipici e marionette (che vi consiglio).

marionette

Se si parla di locali è difficile trovarne uno che non sia di vostro gradimento. I pub, i ristoranti hanno tutti quell’aria di vissuto che li rende ancora più caratteristici. E per quanto riguarda il cibo… avete poco da temere! La carne è davvero ottima e i praghesi sono capaci di cucinarla in mille maniere differenti. Ottima la cotoletta di maiale in salsa di birra artigianale. Ma, soprattutto, pranzare e cenare fuori non vi farà sentire in colpa dato che i prezzi sono davvero economici. Si spende circa 6-8 euro per una piatto di carne (con contorno di verdure e patate) ed una 0,5 di birra (inutile dirvi quanto sia buona).

carne birrabirrozze

Parlando invece di spostamenti, il biglietto giornaliero per tram, bus e metro costa all’incirca 4 euro (110 corone). I taxi, comunque, non sono molto cari. Dal centro all’aeroporto ad esempio, il viaggio costa 20 euro (la distanza è di quasi 40 minuti). Quindi, se la sera siete in giro per locali e non vi va di muovervi con i mezzi notturni, non abbiate paura ad usufruire del taxi. 😉

In conclusione, Praga è una città vivibile e tranquilla. Vi saprà rapire con i suoi scenari notturni e di giorno amerete girare per i quartieri e respirare i profumi dei dolci tipici e della carne cotta nei chioschetti di legno.

chioschi

Anche questa volta mi sono chiesta “ci tornerei?” e la risposta è stata “yes, of course!”